Valletta, una città che prende il nome da un uomo, ma di genere femminile, una penisola che ha la forma del Monte di Venere. (Thomas Pynchon, V)
Eppure c’è chi dice che La Sleeping Lady nella sue varie rappresentazioni, non sia per forza una figura femminile, e di conseguenza la cultura autoctona dei tempi megalitici non fosse per forza matriarcale. Solo quella che giace su un fianco (defunta, In trance o semplicemente addormentata?), la statuina di pochi centimetri rinvenuta nell’Ipogeo di Ħal Saflieni, è per consenso generale, femmina. Ovvio, ha i seni. Matriarcali dubbiosi, ma anche Europei ambivalenti: così definisce i maltesi Jon Mitchell, etnologo inglese che ha studiato il rituale, la memoria e la sfera pubblica a Malta. I maltesi, con quella lingua, quella cultura autoctona misteriosa, sono europei, celtici, africani, mediorientali? L’ambivalenza non riguarda solo l’appartenenza all’Europa ma anche il rapporto con la modernizzazione, che ha avuto l’effetto di rinsaldare riti e tradizioni locali.
Un antico detto maltese recita: “Qabel il-Milied, la bard u lanqas ksieh”, che significa: prima di Natale non fa freddo. L’importante è che non piova il 10 febbraio, festa nazionale perché è S. Paolo, l’apostolo di Malta. Diretto a Roma per essere processato come ribelle politico, fece naufragio, raggiunse a nuoto la costa “e quando arrivò scoprì che l’isola era chiamata Melita”, miele. È la festa della parrocchia di San Pawl e di tutti i Pawlini, ma è anche una festa di unità nazionale. Mesi e mesi di preparazione, St Paul’s Street decorata con festoni, colonne di legno, foglie di palma, candelabri, luminarie, e la statua del santo che viene esposta in chiesa e poi portata in processione accompagnata dalla banda del Club de La Valette, nel cui club vi consiglio di entrare al numero 297 di Republic Street. È la sede della Societa’ Filarmonica Nazionale la Valette ed è un centro sociale con bar, ristorante, tavoli da biliardo. Qui potete assaporare un’atmosfera autenticamente popolare, di quartiere, bere una birra, farvi una partita, mangiare uno stufato di coniglio, decidere il da farsi.
Se invece volete mettervi in mostra e osservare lo struscio, aggiudicatevi un tavolo da Charles Grech, quasi di fronte. Qui un aperitivo dura quanto la vostra voglia di chiacchierare. Siate loquaci: a Malta il buon vino, anche di produzione locale, non manca. Si pensa che a portare i primi vitigni siano stati i Fenici. Le due varietà locali sono gellewza e girgentina, su cui lavorano i due maggiori produttori dell’isola: Delicata e Marsovin.
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