A Roma fanno due gocce dopo un’estate interminabile e la città si ammoscia, vuoi correre subito a casa, toglierti l’umidità dai piedi nudi nei mezzi sandali, vuoi toccare base dopo essere passata incolume sui lastroni viscidissimi di Piazza Venezia e dire ce l’ho fatta anche stavolta. Ma prima di uscire dalla radio, dopo un Sei Gradi aperto da Summer in the City dei Lovin’ Spoonful, arriva una mail con una proposta che non si può rifiutare:
“Alla ricerca del maritozzo perduto – Marì ti aspetta per provare i suoi maritozzi dolci e salati in versione mini. Dal Romagnolo con mortadella, squacquerone e giardiniera, al Radical-Fish con filetto di salmone affumicato, avocado e chantilly di caprino, fino ai deliziosi maritozzi dolci”.
Che fai, dici di no? Piove, ma è pure l’ora dell’aperitivo, così umidiccia e sgocciolante arrivo al numero 31 di Via Urbana, dove fino a poco tempo fa c’era un alimentari molisano che ha avuto vita breve. Resta il bel pavimento di piastrelle dall’aria vissuta, al resto ci hanno pensato i creativi di Monti, nella fattispecie Pulika Calzini, già con Enoteca Cavour 313 e Taverna Romana Monti 79: “Il maritozzo è denso di storia, ideale per giocare con i sapori, gli abbinamenti, i colori. E’ un contenitore magico che consente di spaziare tra dolce e salato, passato e presente”. Pulika sa il fatto suo.
Il maritozzo è il pane dei sette colli: i Romani, sempre ascetici a tavola, facevano pagnotte addolcite con miele ed uva passa e da quel pane dolce probabilmente derivano i maritozzi. Cominciano dal maritozzo, allora. Chi lo fa? Dopo una ferrea selezione la scelta è caduta sul forno Roscioli di Via Buonarroti all’Esquilino, l’impasto è frutto di una double entente ed è trino: dolce, non dolce e vegano con curcuma e semi di papavero, senza latte né uova.
Che ci mettiamo dentro? Un mini tour di sapori e prodotti artigianali italiani: dal Veneziano con baccalà mantecato, scalogno piacentino di Cascina Pizzavacca e pepe rosa, al Romagnolo con Mortadella Simona di Artigianquality, squaquerone Valsamaggia e giardiniera, il Marchigiano con Ciauscolo di Re Norcino, stracchino e rucola, le specialità romane calde come Romolo (coda alla vaccinara) e Remo (polpette al sugo). C’è anche l’opzione vegana con Formaggio di Anacardi e maionese di rape rosse.
Passiamo ai dolci?
Dal classico con panna espressa all’immancabile Nanni (Crema di nocciole dei Monti Cimini), Ottavia in omaggio alla tradizione ebraica (ricotta e visciole), Tiramisù, Siciliano, Lombardo a quello ripieno di frutta di stagione o di gelato.
Per accompagnare selezione di birre artigianali, succhi di frutta bio, soft drink (Plose, Tassoni, Baladin), cocktail in bottiglia e vini con una bella novità: i formati in bottiglia da 33 e 50 cl, al momento i frizzanti di Ferretti, prossimamente anche vini del Lazio a cominciare dal Cesanese.
In taglia mini o grande, i maritozzi di Marì sono uno street food gourmet, un pranzo veloce, un take-away d’autore e un originale catering privato o aziendale, ma funziona anche come bottega di quartiere per acquistare i prodotti artigianali come quelli di Monte Jugo, Agnoni e Re Norcino. Per quei mega barattoli di crema di nocciole dei Monti Cimini prevedo un grande successo con l’approssimarsi del Natale.
Una nota sentimentale per chiudere il discorso. “Un Amore di Maritozzo”, sapete perché?
Il primo venerdì di marzo (oggi anticipato al 14 febbraio, San Valentino) a Roma i fidanzati regalavano alle promesse spose un marito-zzo con una decorazione di zucchero (due cuori trafitti, mani intrecciate e romanticherie simili) e a volte dentro c’era un anello o un piccolo oggetto d’oro. Louis Prima aveva previsto tutto: Oh Marì, oh Marì, in your arms I’m longing to be…