«La lenta erosione dei concetti di classe sociale e differenza di classe, e l’insistenza sulla meritocrazia, hanno cambiato la nostra società». Cynthia Cruz
E’ il neoliberismo, baby, adottato da destra e sinistra che in questo senso per me pari sono. Melanconia di Classe di Cynthia Cruz è un libro di cui si è parlato molto, che ha fatto discutere, che rimbomba dentro. Mentre lo traducevo e nei mesi successivi ha funzionato come autoanalisi. E’ un libro necessario che riporta al centro del discorso ciò che tutti hanno voluto cancellare – la classe – in nome di un’inesistente uguaglianza e meritocrazia. E’ un libro denso di riferimenti teorici (Walter Benjamin, Sigmund Freud, Jacques Lacan, Karl Marx, Antonio Gramsci, Clarice Lispector, Mark Fisher, Pierre Bourdieu), musicali (The Jam, Amy Winehouse, Cat Power, Joy Division, Sparklehorse, Songs: Ohia), cinematografici (Barbara Loden, Joanna Hogg). C’è veramente tanta roba dentro e tanto su cui riflettere, a cominciare dalla cancellazione della classe e della working class dal discorso politico e sociale. Già chiedersi che cos’è la working class oggi è una domanda enorme. Chi siamo, quali sono le nostre origini, siamo disposti a riconoscere che la nostra famiglia, l’ambiente in cui siamo cresciuti ha influito su chi siamo diventati, ci ha aperto o sbarrato strade? Che rapporto abbiamo con le nostre origini? Le abbiamo forse dimenticate o rinnegate? Siamo Paul Weller o Cat Power?
Nella classifica delle 5 migliori traduzioni di saggi del 2022 secondo L’Indiscreto.
Si può comprare qui.