Riga è una città di meraviglie architettoniche abbaglianti. Passata la sbornia di marzapane delle case del centro storico perfettamente restaurate come gigantesche cupcake, assai più impressionante, anche se forse non meno sobrio, è il Quartiere Art Nouveau nel cosiddetto Centro Silenzioso, la zona delle ambasciate. Riga è la capitale dell’Art Nouveau: al centro il 40% dei palazzi è in questo stile e la maggior parte sono concentrati in Alberta Iela ed Elizabetes Iela. I palazzi che sfilano uno dopo l’altro sono di una bellezza che lascia tramortiti e a tratti sgomenti.
L’Art Noveau in Lettonia è molto legata al romanticismo nazionale, per cui alcuni palazzi non hanno solo le decorazioni che si ritrovano anche altrove in Europa, ma riferimenti alle tradizioni folkloriche e mitologiche locali.
Al n. 12 di Alberta Iela c’è il museo nell’appartamento dell’architetto Konstantins Peksens che ha progettato circa 250 edifici, incluso il suo. Perché l’Art Nouveau ha trovato a Riga il suo habitat urbano naturale? Perché nel momento di massima popolarità dello stile, Riga era in una fase di grande prosperità economica. Contemporaneamente le autorità russe ritirarono il divieto di costruire palazzi fuori delle mura medievali (un’antica misura precauzionale contro eventuali nemici assedianti). Così da metà XIX secolo in poi ci fu uno slancio edilizio che per fortuna ha prodotto dei gioielli architettonici, cosa che non sempre si può dire di successive fasi di sviluppo urbano, in particolare in tempi recenti. Fra i protagonisti dell’Art Nouveau lettone ci fu Mikhail Eisenstein (1867 – 1921), architetto e padre del regista Sergei: suoi sono i palazzi in Alberta Iela ai numeri 2, 4, 6, 8 e 13.
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