Anche Hemingway correva gli encierros. Lo fece probabilmente nel 1924, durante la seconda visita in città, più come spettatore defilato che vero partecipante. La sua afición era la corrida e si esibí in quelle amatoriali che si tenevano al mattino: affrontò i manzi con le corna ricoperte di cuoio per renderle inoffensive, fu cogido ma si vantò anche di aver eseguito delle belle veronicas. Il 2023 vede il centenario dei suoi primi Sanfermines: arrivò a Pamplona la sera del 6 luglio con la moglie Hadley e una macchina fotografica presa in prestito da Man Ray.
Oggi in città c’è ancora una persona che lo conobbe: Leontxi Arrieta Mendizábal aveva ventotto anni quando nel 1959 suo padre affittò il primo piano della loro casa a Hemingway, la sua quarta moglie Mary Welsh e una coppia di amici. Furono i suoi ultimi Sanfermines, che Mary ricordava con disgusto: il marito era ridotto alla caricatura di se stesso, circondato da una folla di fan e di scrocconi, pateticamente intento a interpretare il suo personaggio.
All’inizio di giugno la Peña Anaitasuna e l’associazione degli scrittori di Navarra lo hanno scherzosamente processato con rito abbreviato: l’accusa era di essere il principale responsabile della massificazione e del degrado dei Sanfermines, che per sette giorni trasformano Pamplona in «un gigantesco urinale a cielo aperto, un’orgia di tori, alcol, sesso e totale sfrenatezza». La pubblica accusa e la difesa hanno chiamato a testimoniare vari scrittori e giornalisti, e dopo un’ora di dibattimento Hemingway è stato dichiarato innocente. Lo è storicamente, dato che già alla fine del XIX secolo orde di turisti arrivavano in treno a Pamplona, provenienti da metà della Spagna e dal sud della Francia. All’epoca i responsabili di tanta notorietà erano il violinista Pablo Sarasate, autentica superstar che ogni anno tornava a visitare la sua città natale portandosi al seguito colleghi come Camille Saint-Saëns, e Napoleone III che aveva reso di moda la costa basca. Già nel 1926, l’anno di pubblicazione di Fiesta, qualcuno scriveva «I Sanfermines non sono più quelli di una volta».
La RTVE, che segue gli encierros, ha trasformato Hemingway in corrispondente nel tempo. Più che un ricorso all’IA si tratta di una grossolana animazione in cui un individuo, che assomiglia più a Orson Welles che allo scrittore, parla con voce artificiale di argomenti come la partecipazione femminile agli encierros e i prezzi dei balconi. Finora non ha mai pronunciato la celebre frase sulla tauromachia: «Non è uno sport, è una tragedia», il cui protagonista è il toro e la sua morte inevitabile. «I cavalli, i picador e i toreri che occasionalmente porta via con sé sono solo una casualità». (pubblicato su Il Manifesto del 14 luglio 2023)